Finalmente Nkunku! Una super doppietta stende il Verona e manda il Diavolo in vetta

Che città, Milano: si trovano psicologi disposti a stare aperti anche la domenica mattina durante le feste. Milan-Verona finisce 3-0, il Milan è primo in attesa dell’Inter ma il grande tema della giornata è la cura ricostituente per Christopher Nkunku, che alle 13.40 è un attaccante in crisi di identità, alle 13.43 segna un rigore gentilmente offerto da Max Allegri, alle 13.45 è coccolato dai compagni e alle 13.48 fa ancora gol, bruciando in reattività tutta la difesa del Verona. Il dubbio è più che legittimo: il Christopher intristito del primo tempo, su quel pallone, sarebbe andato con la stessa grinta?
I GOL – Riassunto dei gol, per mettere ordine. Il primo tempo è finito quando Modric va a battere un angolo da destra. Chi non sta scappando al bar per l’intervallo conta i tiri in porta ed è facile: 0-0. Una tristezza. Eppure… Luka crossa come sa, Rabiot salta sopra ad Al-Musrati e devia verso Pulisic. Oyegoke sceglie di coprire la porta, così CP11 – solo – tocca in porta. Gol da attaccante vero, quello che al Milan manca da tanto tempo. Il raddoppio è un regalo di Nelsson, che al 1’ del secondo tempo, in area, sbilancia Nkunku in una situazione innocua. Fabbri fischia rigore e Allegri, dalla panchina, dice “calcia Christopher”. Segue momento motivazionale, in cui Pulisic e Modric vanno dal francese, gli lasciano il pallone e gli parlano. Nkunku, sereno, incrocia il primo gol della sua vita in Serie A. Cinque minuti dopo, all’8’, ecco il 3-0. Modric calcia col sinistro da fuori, Montipò devia sul palo e sulla respinta Nkunku è molto più sveglio di Bella-Kotchap, che avrebbe tre metri di vantaggio ma si astiene.
CHE PARTITA E’ STATA – La partita – via il politichese – nel primo tempo è stata noiosa. Ritmi bassi, Milan col possesso al 60% ma poche idee e un paio di ripartenze gestite male “tecnicamente”, come direbbe Allegri. Occasioni, due. Al 20’ uno stop-e-tiro di Loftus-Cheek deviato da Niasse, fuori di nulla, e al 28’ un cross basso e forte di Rabiot, su cui Nkunku legge male il tabellone degli orari: parte tardi e non arriva in tempo. Il Verona ha fatto la sua partita fino al 45’, poi Rabiot e Pulisic hanno cambiato la domenica con il gol e da lì non c’è più stata storia. Troppo ingenuo Nelsson, troppo povero offensivamente il Verona, che ha alternato gli attaccanti senza risultato: nel primo tempo Mosquera lento e fuori condizione, Giovane più attivo ma senza bollicine, nel secondo Sarr fuori dal gioco e Orban non oltre un tiraccio.
IL MILAN: MODRIC E PULISIC – Il Milan è stato cinico e attento dietro, con Pavlovic molto preciso. Ha segnato prima il secondo, poi il terzo gol e sì, Nkunku dopo il rigore ha gonfiato il palloncino rosso, che prendeva polvere nella calza dal gol al Lecce, più di tre mesi fa. A quel punto, Modric ha dato una gran palla no look a Rabiot – lo stadio, ricordando Pirlo e forse Rivera, si è commosso – e Loftus-Cheek è andato vicino al 4-0, calciando su Montipò un bella palla di Nkunku, addirittura in versione assistman creativo. Che resta, degli ultimi minuti? La standing ovation per Modric, uscito a 20 dalla fine, l’esordio di Odogu da braccetto di destra e un gol annullato a Orban per fuorigioco. Se interessano due numeri, eccoli: il Milan ha vinto la decima partita di fila con il Verona, che ha allungato a 68 la striscia di partite giocate a San Siro in A senza mai vincere. Quanto al Milan, finisce l’anno da candidata scudetto e magari da capolista, se l’Atalanta darà una mano. Va bene Nkunku, vanno bene tutti, ma per primo ringrazi Pulisic, che anche questa volta ha sbloccato la giornata. Nel dubbio se invidiargli il conto o la presunta fidanzata, meglio scegliere il cervello e l’applicazione: sono da campione.



