L’eterno ritorno di Thauvin: il suo Lens in testa alla Ligue 1 dopo 21 anni

Il club francese del centrocampista ex Udinese è in testa al campionato, un punto sopra al ricco Psg campione d’Europa e vicecampione del mondo. Il club dei minatori si trova così capolista grazie ai gol e agli assist di Flo. La rinascita in Friuli dopo la depressione e il Messico. Infine il ritorno in Francia. Obiettivo: riprendersi la maglia della Nazionale per un posto al Mondiale
Questa settimana in cima alla classifica della Ligue 1 non c’è il Psg e ciò, di per sé, è già una notizia. Ma a stupire è che lì in alto non c’è neanche il Marsiglia di De Zerbi, e tantomeno il Monaco o il Lione, squadre che conosciamo bene perché spesso avversarie delle italiane nelle coppe europee. Al primo posto del campionato francese c’è il sorprendente Lens di Pierre Sage, un allenatore che fino a due anni fa non aveva neanche il patentino per poter allenare.
La rinascita del club dei mineurs
La sua esplosione arriva quasi per caso. Fino a novembre 2023 è il direttore del centro di formazione del Lione, poi viene chiamato a sostituire l’esonerato Fabio Grosso. Doveva traghettare la squadra per poche settimane, ma stupisce tutti: inizia a vincere, risale la classifica e viene confermato.
Lascia l’OL nel gennaio del 2025 e in estate riparte dal Lens con un obiettivo semplice: migliorare l’ottavo posto della stagione precedente. Ma con una difficoltà importante: una nuova crisi economica (la prima era stata superata nel 2016 grazie all’arrivo del nuovo patron Oughourlian) costringendo a sacrifici pesanti sul mercato. Vale a dire, i migliori giocatori verranno venduti e il tetto ingaggi ridotto. E infatti i due centrocampisti titolari, El Aynaoui e Diouf, vengono ceduti in Italia, il primo alla Roma e il secondo all’Inter, per circa 45 milioni di euro.
In totale, le cessioni estive del Lens portano nelle casse del club 88 milioni e mezzo, a fronte dei 54,5 milioni spesi per gli acquisti. Tra i quali c’è anche una vecchia conoscenza della Serie A: Florian Thauvin, autore della doppietta che decide l’ultima partita e che, di fatto, riporta il Lens al primo posto della Ligue 1 ventuno anni dopo l’ultima volta.
Un talento tormentato
A Lens il 32enne ex Udinese è definitivamente rinato. Già in Friuli aveva fatto molto bene (15 gol e 10 assist in 73 partite), ma il ritorno in Francia gli ha permesso di tornare a brillare e a sorridere. Un aspetto non scontato per un uomo che qualche anno fa ha sofferto di depressione.
A raccontarlo è stato lo stesso Thauvin, il cui inizio carriera sembra quello di un predestinato. Arriva in Ligue 1 con il Bastia a 19 anni, al suo primo anno segna 10 gol in 32 presenze. Nell’estate del 2013 passa per 13 milioni al Marsiglia, dove resta fino al 2021. Nel mezzo: 281 presenze, 86 gol, 61 assist, giocate di classe a non finire, un Mondiale Under 20 vinto, sei mesi infelici al Newcastle, il ritorno a Marsiglia e, soprattutto, il Mondiale del 2018 vinto al fianco di Mbappé, Pogba e Kanté.
Il suo talento è la luce che accende il Velodrome, la casa dell’OM, e per i tifosi di casa è un idolo.
Destinazione Messico
Nel 2020, con il contratto in scadenza un anno dopo, il Milan prova a portarlo in Italia ma non c’è niente da fare. “Flo” vuole restare a Marsiglia. Con ancora pochi mesi di contratto, tanti club europei bussano alla sua porta, ma nell’inverno del 2021 Thauvin e il Marsiglia stringono un accordo verbale per il rinnovo.
Un mese dopo, non avendo più ricevuto notizie dal suo club, prende una decisione inaspettata: decide di accettare l’offerta del Tigres, club Casabella in cui gioca il suo amico Gignac. Solo che non lo dice a nessuno, né al Marsiglia, né alla sua famiglia. Un giorno chiama sua madre e ammette: «Ho fatto una cavolata, ho dato la mia parola ma ho mentito».
La depressione
Anni dopo spiega tutto: «Ero in un periodo di depressione e non lo sapevo. Non me ne rendevo conto e non capivo le persone intorno a me che mi dicevano di farmi aiutare. Quando sono andato dallo psicologo, tre mesi prima di lasciare l’OM, sono scoppiato in lacrime. È stato bello piangere, ero nella fase più acuta. Rimasi scioccato, ma mi dissi che dovevo fare un passo indietro per tornare meglio».
E così la decisione: «Avevo necessità di ritrovare un po’ di tranquillità e ho optato per un cambiamento radicale, scegliendo l’altra parte del mondo, il Messico». Ma anche lì non riesce a ritrovarsi. Resta al Tigres solo un anno e mezzo, risolve il suo contratto e si svincola.
In 18 mesi però cambiano molte cose: nessuno lo cerca più, nessuna squadra europea lo vuole. Nessuno, tranne l’Udinese. Il club dei Pozzo è l’unico a credere ancora in Thauvin ma lui ci mette un po’ per ripagare la fiducia. Il primo gol arriva dopo 8 mesi e poi – lentamente – il suo mancino inizia a incantare. Numero 10, capitano e leader: Flo diventa il simbolo e il trascinatore dell’Udinese.
Sangue, oro e nazionale
Ma a Thauvin, che ormai ha imparato ad ascoltarsi, qualcosa manca. E quel qualcosa è la sua famiglia. Sente il bisogno di dover tornare in Francia per poter stare più vicino ai suoi cari e l’offerta del Lens è l’occasione migliore per farlo. Torna a casa per ritrovarsi definitivamente, tanto che anche Deschamps decide di riportarlo in Nazionale, sei anni dopo l’ultima volta.
Lui, ancora una volta, risponde con i fatti: gol al secondo pallone toccato e tante giocate di classe e personalità. E così in Francia già si parla di una possibile convocazione per il Mondiale della prossima estate. Ma Thauvin resta con i piedi per terra, sa che per sognare un’altra Coppa del Mondo deve continuare a trascinare il Lens. E mantenere quel sorriso che fa felice lui e tutti i tifosi dell’Artésiens. Perché con la sua rinascita è rinato anche il Lens.
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